L’ecografia in diagnostica per immagini

Nel secondo articolo riguardante i vari esami diagnostici (abbiamo già affrontato la mammografia) esaminiamo l’esame ecografico noto anche come ecografia ad ultrasuoni.

L’ecografia è infatti un esame diagnostico prettamente radiologico che utilizza gli Ultrasuoni (onde sonore ad alta frequenza non udibili dall’orecchio umano). Gli ultrasuoni vengono riflessi e deviati dalle strutture del corpo umano, dopo di che particolari software installati sugli ecografi interpretano le modificazioni degli ultrasuoni e visualizzano a video su un monitor le strutture anatomiche in studio.

L’ecografia utilizza come principio di base utilizzato dai sonar dei sottomarini o dagli scandagli delle barche da pesca per la ricerca dei branchi di pesci.

L’esame ecografico permette di visualizzare immagini anatomiche istantanee e anche il movimento degli organi (anche per i movimenti veloci del cuore), o studiare il movimento di strutture muscolari o tendinee.
Alcune apparecchiature permettono l’esecuzione anche di Doppler e ColorDoppler oltre che Elastosonografia, tecniche mediante cui è possibile vedere il movimento del torrente sanguigno nei vasi, arteriosi e venosi, oltre che studiare quanto sangue giunge ad una struttura od organo.
L’ecografia è un esame non invasivo e, fino ad oggi, non si sono mai dimostrati danni alle persone nel corso degli anni (NB: l’ecografia non sfrutta le radiazioni, non è pericolosa).
E’ possibile anche l’esecuzione di esami ecografici con contrasto, mediante mezzi di contrasto (bolle di gas stabilizzate) infusi per via endovenosa. Tali contrasti sono anallergici e non dannosi

Perché si fa l’ecografia

Le indicazioni dello studio con ultrasuoni sono numerosissime e riguardano lo studio della gravidanza, dell’addome per malattie del fegato, calcoli della colecisti o dei reni, malattie della vescica, dei vasi superficiali (varici, arteriopatie), oppure profondi (aneurismi dell’aorta, cuore). Con l’ecografia è possibile studiare anche tessuti muscolari, articolari, mammella tiroide.
Non potendo oltrepassare aria ed osso, le onde degli ultrasuoni non sono utili nel caso in cui tra la sonda ecografica e gli organi da esaminare vi sono di mezzo aria, osso, un apparecchio gessato.

Prima dell’esame ecografico

Chiaramente, ove possibile, è necessario portare gli esami precedenti corredati di immagini e referti
Per lo studio di organi ed apparati superficiali (tiroide, mammella, muscoli, articolazioni) non è necessaria alcuna preparazione.
Per lo studio dell’addome superiore viene richiesto un digiuno di almeno 8 ore prima dell’esame.
Per lo studio dell’addome inferiore (vescica, prostata, utero, ovaie) è necessario che la vescica sia piena, l’esame, infatti, è possibile perché gli ultrasuoni riescono a passare attraverso l’urina della vescica distesa e non attraverso il gas dell’intestino, motivo per cui è necessario che la vescica sia piena da almeno 5/6 ore, oppure che fino a mezz’ora prima dell’esame si beva più di un litro di acqua (consigliata) o altri liquidi non gasati.
Nel caso di uno studio della prostata anche per via transrettale è indispensabile effettuare in precedenza dell’esame un clistere di pulizia per togliere le feci dall’ampolla rettale, punto di entrata della sonda transrettale.

Come si svolge una ecografia

L’esame non è né doloroso né fastidioso.
Il medico che svolge l’esame, dopo aver disteso il paziente su un lettino ed aver fatto denudare la parte da esaminare, spalma un gel denso, che dà una lieve sensazione di freddo, sulla pelle nella regione da esaminare, per eliminare completamente le bolle d’aria, e appoggia la sonda, facendo una certa pressione, e muovendola vede le immagini delle strutture od organi, riprodotte su un monitor; alcune delle immagini saranno poi fotografate. Al paziente verrà chiesto di non muoversi e nel caso di studio della parte alta dell’addome (fegato, colecisti, milza, reni) verrà chiesto di trattenere il respiro, per alcuni secondi, in modo da allontanare il gas intestinale, e per ottenere delle immagini ferme, per questo è richiesta una certa collaborazione del paziente.
Nel caso di esame della prostata per via transrettale o dell’utero e delle ovaie per via transvaginale, una speciale sonda di forma allungata, ricoperta da un guanto di gomma e di gel, verrà posta nel retto o nella vagina per poter studiare meglio le eventuali malattie di tali organi.
La durata dell’esame ecografico, dipende dal numero di strutture da esaminare, ma varia tra pochi minuti e mezz’ora, gli esami più lunghi si hanno nello studio di patologie complesse come per la stenosi delle arterie renali.
Nel caso si utilizzi del mezzo di contrasto ecografico questo verrà somministrato per via endovenosa.

Dopo l’esame ecografico

Terminato l’esame non è necessaria nessuna precauzione, il paziente può riprendere le sue normali abitudini.

Quando non si può fare l’ecografia

L’indagine non si può fare nel caso di pazienti assolutamente non collaboranti, nel caso di apparecchi gessati o di bendaggi che non si possono togliere, e per lo studio dell’addome se vi è una quantità eccessiva di gas intestinale l’esame avrà dei risultati molto incompleti, se nello studio dell’addome inferiore la vescica è poco piena, l’esame è impossibile.
Da ricordare che l’ecografia dimostra solo delle alterazioni dei tessuti, non è un rilevatore di dolore, e solo in rari casi è in grado di studiare le malattie dello stomaco e dell’intestino, inoltre non può assolutamente studiare i polmoni per la presenza di aria, tranne i versamenti pleurici per cui presenta la sensibilità più elevata.


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