L’ecografia mammaria si puó associare alla tomosintesi?

Innanzitutto, per rendere più chiara la risposta ci soffermiamo sui concetti di tomosintesi ed ecografia.
La tomosintesi mammaria, di cui abbiamo già parlato nell’articolo “la tomosintesi, una mammografia 3D“, è una metodica radiologica di ultima generazione che sfrutta i raggi X per ricostruire una serie di immagini tomografiche (cioè sezioni della ghiandola mammaria e dei tessuti annessi).

Viene effettuata con speciali mammografi di ultima generazione che sfruttano innovative tecnologie per ridurre la radiazione incidente sul seno della paziente. La tomosintesi consente di individuare meglio della tradizionale mammografia 2D formazioni o falsi negativi nella mammella.

L’ecografia, sfrutta invece le onde ad ultrasuoni per caratterizzare tessuti e neoformazioni. Assolutamente non invasiva ed economica ha un alto valore diagnostico. La metodica ecografica è operatore dipendente, quindi legata all’esperienza del radiologo che la effettua, tanto che, solitamente si suole dire che “l’unico che capisce l’ecografia è chi la esegue”.

Nei protocolli diagnostici di recente sviluppo, le due metodiche vengono associate così da effettuare uno studio più accurato della mammella, poiché danno al medico radiologo differenti indicazioni che ben integrate possono portare ad una diagnosi più precisa e a diminuiti rischi di falsi positivi e falsi negativi per il paziente.

Dunque, la risposta è affermativa, l’ecografia mammaria si puó associare alla tomosintesi.


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